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Come investire in vino pregiato – Parte 1

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In questo articolo vi daremo alcuni consigli per investire in vino:

1) Porsi i giusti quesiti

Come investire in vino? Quanto vuoi investire, in quale periodo di tempo, quali sono i tuoi obiettivi di rendimento e quale è la tua attitudine al rischio? Risulta fondamentale discutere di questi aspetti prima di tutto con se stessi e successivamente con il proprio consulente esperto di vino pregiato, poiché le risposte a queste domande influenzeranno decisamente la selezione dei vini da includere all’interno del portafoglio.

2) Rispettare le tempistiche dell’investimento

Il vino pregiato, come sappiamo, è un bene tangibile molto stabile con una performance a basso rischio, non correlata direttamente con i mercati finanziari tradizionali. I vini da investimento si definiscono tali anche per la capacità di migliorare man mano che invecchiano nel corso di diversi anni o decenni.

Quando si stanno avvicinando o entrano nella loro “Drinking window”, diventano normalmente più rari e di maggior valore. Pertanto, per investire in vino pregiato, risulta doveroso pianificare l’investimento per il medio-lungo termine, ovvero per un minimo di cinque anni nella maggioranza dei casi. Raramente si sono verificate grandi performance dopo 3 anni, arco temporale che comunque viene spesso menzionato nell’investimento in vino ed è per questo motivo che noi prendiamo come riferimento minimo 5 anni.

Dati alla mano è il minimo indispensabile per trarre profitto dalle performance dei vini pregiati, molti raggiungono il loro pieno potenziale anche oltre questa fascia temporale, si può parlare tranquillamente anche di decenni.

3) Bilanciamento tra crescita e liquidità

Ormai spesso leggiamo, nei vari blog, siti, piattaforme, che l’investimento in vino pregiato praticamente è privo di rischi e offre rendimenti esponenziali. Ci siamo resi conto che però in pochi tendono a sottolineare il principale rischio del vino in quanto bene tangibile e di consumo: LA LIQUIDITÀ.

Per liquidità intendiamo quanto sarà “facile” in fase di rivendita trovare acquirenti per quel vino di quella determinata annata. Ad oggi il grado di liquidità è il principale rischio effettivo con il quale l’investitore potrebbe scontrarsi, in quanto non basta una grande rendimento del vino in questione se poi risulta essere difficile da vendere, sopratutto se non si hanno a disposizione i canali giusti. Essendo un elemento di fondamentale importanza ovviamente  abbiamo deciso di renderlo disponibile sulla nostra piattaforma WineValue!

Chiaramente il bilanciamento tra rendimento e liquidità è il risultato della propensione al rischio di ogni investitore, quindi prettamente soggettivo e diverso per ognuno di noi. Per questo motivo è importante creare un portafoglio investimenti ad hoc e non, come spesso erroneamente succede, seguire i trend, la moda o per forza i grandi nomi altisonanti perchè “tanto vado sul sicuro”. Certo, i big player partono con una marcia in più, ma senza un corretto bilanciamento il rischio di non riuscire a liquidare i propri “asset” resta molto alto.

4) Diversificazione del portafoglio

Diversificare il portafoglio ovviamente è fondamentale per gestire il rischio e massimizzare i guadagni. La performance varia man mano che le tendenze di mercato evolvono e un portafoglio di investimenti in vino ben strutturato dovrebbe necessariamente includere etichette e annate provenienti da diverse regioni.

Un esempio di costruzione a puro scopo esplicativo potrebbe essere il seguente: selezionare i mercati secondari più stabili e attivi di Bordeaux, Borgogna, Champagne e Toscana e poi diversificare con vini chiave del Rodano, Piemonte, California, Australia e Spagna per sfruttare ipoteticamente la crescita della domanda e dei prezzi.

Alcune annate raggiungono un punteggio di qualità complessivo più alto in tutta la regione rispetto ad altre e queste sono definite come annate “Prime”. Una annata con un punteggio di qualità medio viene definita come “Mid-vintage” mentre una con un punteggio inferiore alla media viene definita “Off-vintage”. Una annata “Prime” spesso conferisce un premio a tutti i vini prodotti quell’anno e questo può essere evidente nei prezzi della prima uscita. Tuttavia, i vini di annate intermedie e basse con lo stesso punteggio di qualità della loro controparte Prime possono offrire valore e un’importante opportunità di crescita.

Esistono diversi modi e altrettante scelte per diversificare il proprio portafoglio, il concetto chiave che deve passare però è uno solo: un portafoglio non diversificato aumenta esponenzialmente il rischio sull’investimento, dunque è fondamentale!

 

5) Monitorare i punteggi dei critici

Per investire in vino pregiato è necessario anche monitorare i punteggi dei più importanti critici enologici al mondo. Un numero limitato di critici enologici di fama internazionale ha il potenziale per influenzare, a volte raddoppiare, i prezzi del vino pregiato. Robert Parker si è “ritirato” nel 2019, ma i vini che hanno ottenuto i suoi punteggi perfetti di 100 punti sono ancora molto ricercati. Gli altri critici chiave di cui gli investitori in vino dovrebbero essere consapevoli sono Neal Martin, Antonio Galloni, James Suckling e i critici del Wine Advocate.

I punteggi dei migliori critici enologici, come Robert Parker, Neal Martin, Antonio Galloni e James Suckling, li puoi ovviamente trovare sul nostro WineValue!

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In genere, i critici pubblicano i loro punteggi di qualità alle degustazioni en primeur la primavera successiva alla vendemmia, quando i vini vengono imbottigliati due o tre anni dopo, e alle degustazioni di anniversario decennale. Le degustazioni intermedie possono anche aumentare il profilo e il valore dei vini di investimento durante il loro ciclo di vita.

Questi erano i primi 5 consigli per per investire in modo corretto, sicuro, logico ed efficiente nel vino pregiato. Appuntamento alla prossima settimana con la seconda parte, restate connessi!

 

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