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2022: Analisi del mercato del vino pregiato

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Siamo a inizio 2023 e oltre a farvi gli auguri più spumeggianti per un anno che ci porti quello che desideriamo, vi lascio un piccolo approfondimento sul mercato del vino pregiato e su come questo asset si sia comportato in questo ultimo anno. Analisi del 2022 – mercato del vino pregiato.

A livello globale la parola d’ordine del 2022 è stata stabilità, ma se andiamo in profondità e analizziamo i singoli mercati del vino, le singole regioni vitivinicole o addirittura i singoli vini la situazione è stata tutt’altro che stabile,  c’è stata grande in poche parole grande dinamicità e turbolenza.

Quindi stabilità globale del vino da investimento, ma dentro a questo contenitore grandi smottamenti.

I mercati del vino pregiato hanno mantenuto la loro ascesa nel 2022, il che è senza dubbio più di quanto si possa dire della maggior parte degli asset finanziari (le azioni quest’anno ci hanno fatto penare e anche il mercato obbligazionario non ha brillato).

Globalmente infatti il 2022 ha portato secondo i nostri dati ad un classico 9-10% di rivalutazione di un ipotetico “portafoglio globale”

Secondo Cult Wines chi avesse investito un anno fa 500€ in un ipotetico portaflglio globale ora avrebbe in valroe 565€.

Il mercato del 2022 ha cavalcato ottimi risultati sull’onda di Champagne e Borgogna, ma ha anche palesato alcune debolezze di mercati che speravamo essere più solidi.

Buona parte ad esempio dei Barolo 2018 (ad eccezione dei grandissimi)  hanno patito di un’annata che è stata stroncata dai critici molto frettolosamente, dimostrando a mio parare come questi super esperti non siano davvero cosi “affidabili”.

I Barolo 2018 sono per la maggior parte grandi vini!

Purtroppo però questi critici fanno il mercato e se alle spalle non si ha ancora la solidità di regione vitivinicole con storia più antica come ad esempio la Borgogna, succede quello he che è successo con i vini di Langa 2018 o con vini di altre zone del mondo.

Ci si era illusi dopo la grande annata 2016 che ormai il Piemonte fosse in vetta, ma l’annata 2017 e 2018 hanno palesato come ci sia ancora strada da percorrere, miglioramenti da fare, magari non solo da parte dei singoli produttori, ma proprio del sistema, puntando sull’unità almeno quando ci si deve presentare al mercato internazionale di fiere, esposizioni ecc…

Parlando del futuro prossimo la nostra personale visione è un outlook posivo,  ma che che deve essere affiancato da cautela nel breve termine, e ad una visione più serena e favorevole nel lungo termine.

La sensazione che abbiamo è che lo slancio dell’epoca post covid si stia affievolendo, e i problemi macro come la guerra in Ucraina, l’inflazione impazzita e la politica cinese che sta portando quella nazione sull’orlo di una recessione, inizino a farsi sentire.

Da un lato, quest’anno i prezzi di alcuni vini hanno raggiunto livelli record, ma dall’altro il numero di acquirenti attivi a questi prezzi è diminuito.

Turbolenza nel breve termine quindi ma per fortuna l’investimento in vini pregiati non è e non deve essere mai nel breve termine.

Al solito la buona notizia per il vino pregiato è stata la sua stabilità di fronte a venti contrari sempre più forti. Essendo una risorsa in diminuzione che incoraggia la conservazione a lungo termine, il vino pregiato è un investimento intrinsecamente a bassa volatilità. Ciò gli conferisce vantaggi rispetto alle attività tradizionali, specialmente in tempi economici turbolenti.

A riferimento di alcuni dati possiamo prendere anche gli indici di Liv-Ex.

  • LIv-Ex Fine Wine 50 : circa 2% di rivalutazione
  • LIv-Ex Fine Wine 100 : circa 7% di rivalutazione
  • LIv-Ex Fine Wine 1000 : circa 13% di rivalutazione

Questi indici però a nostro parere non segnalano la maggiore dificoltà nel chiudere le vendite, il maggiore lavoro che c’è stato nel trovare i giusti clienti per molti vini.

Noi lo abbiamo vissuto sulle nostre spalle, specie da Settembre in poi.

Un dato a nostro parere molto positivo è stato il numero di etichette tradate che continuano a crescere facendo aumentare e cementare la reputazione del vino pregiato come reale risorsa alternativa agli investimenti tradizionali.

Il problema della illiquidità di alcuni vini resta, ma la situazione migliora ogni anno e la tecnologia con l’unione delle banche dati limiterà sembra di più questa problematica.

Anche dal punto di vista demografico sta cambiando velocemente il mercato del vino pregiato.

I bevitori più giovani e più donne stanno esplorando sempre più la categoria, soprattutto perché la definizione di ciò che costituisce un “vino pregiato” si amplia, consentendo a più persone di essere trascinati in questo mondo. L’ascesa delle app di trading ha anche aperto le porte a una base molto più ampia di investitori, che sono alla ricerca di asset alternativi. La performance del mercato alla fine del 2020 e per tutto il 2021 ha portato un nuovo afflusso di investitori, a un livello mai visto dalla corsa al rialzo guidata dalla Cina nel 2010.

Venendo alle analisi delle regioni vitivinicole continuando la tendenza dell’ultimo decennio, la quota di mercato di Bordeaux è scesa a un altro minimo nel 2022. La regione ha rappresentato il 34,5% del commercio totale in valore, in calo rispetto al 37,7% nel 2021.

La discesa c’è e la crisi per Bordeaux è forte, ma come abbiamo scritto e detto proprio da li potrebbero venire fuori nuove opportunità di investimento già nel 2023. Questo perchè a nostro parere i prezzi sono aumentati vertiginosamente in Borgogna e Champagne e nonostante le scarse campagne en primeur e la discutibile strategia di conservazione delle scorte, Bordeaux continua a offrire esattamente ciò di cui il mercato ha bisogno: vini di alta qualità, in buoni volumi e a prezzi (generalmente) accessibili. I rendimenti non sono immediati, ma le migliori tenute di Bordeaux hanno una buona esperienza nel premiare gli investimenti a lungo termine, se non gli acquisti en primeur a breve termine.

Come già detto in termini di scambi,  Bordeaux non è stato solo quest’anno con la sua quota in calo. Diminuiscono anche le quote di mercato di Toscana, Piemonte, California e Rodano. Nel corso dell’anno è apparso evidente che la quota di mercato per la California e le regioni italiane era in calo

 

Ma veniamo ai veri vincitori del 2022: analisi del 2022 sul mercato del vino pregiato.

La quota commerciale della Borgogna è passata dal 22,0% al 26,2% e quella dello Champagne dall’8,8% al 13,7% ̶ massimi record per entrambi.

Dei due indici, lo Champagne ha registrato uno slancio maggiore nel corso dell’anno e secondo Liv-ex i tre vini più scambiati per valore nel 2022 sono stati tutti Champagne:

Louis Roederer Cristal 2008

Louis Roederer Cristal 2014

Dom Pérignon 2012

Appena fuori dalla lista anche Taittinger Comtes de Champagne 2011 ha performato alla grande secondo Liv Ex.

Analizziamo oltre ai volumi scambiati i prezzi di alcuni di questi vini in classifica con il nostro winevalue cosi ci rendiamo conto di alcuni dati interessanti.

Gli Champagne sono tutti saliti di valore, ma ad esempio il Lafite 2018, nonostante i 100/100 non è salito, anzi.

 

Veniamo anche ad alcuni Barolo 2018: Analisi del 2022 sul mercato del vino pregiato

I grafici dimostrano come tranne Giacomo Conterno, sebbene a valori alti i Barolo 2018 siano andati perdendo un po’ di valore relativamente all’annata 2018.

Le prossime regioni su cui puntare?

A nostro parere Rodano e Loira permettono ingressi nel mercato a prezzi interessanti. Ne parleremo in modo più approfondito all’interno di un contenuto premium che stiamo terminando e che rappresenterà  il portafoglio per il 2023 by Investireinvino.

Si tratta di un approfondimento su quale sia per noi la giusta allocazione fra le diverse regioni vitivinicole, su quali vini puntare, entro quali prezzi e con quale strategia di rivendita. Un lavoro interessante che uscirà per fine Gennaio e darà la possibilità anche a chi è all’inizio di poter chiarire la strategia per il 2023.

Rimani aggiornato.

Buon 2023!

 

*dati e grafici presi da fonti Liv-Ex, Cult Wine e Wine Value

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