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Intervista a Stephen Browett sul Financial times

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Trovate l’articolo originale sul financial times

Per chi fosse abbonato al FT  potrà leggerlo in originale in lingua inglese. Qui vi faccio un riassunto di quello che ho capito perchè è un articolo molto interessante.

Dalle parole Negli ultimi due anni il mercato dei vini pregiati ha attraversato un periodo turbolento. Bordeaux e Borgogna, da sempre i due pilastri del collezionismo enologico, hanno visto i loro prezzi scendere in modo significativo, offrendo però nuove opportunità a chi sa osservare con attenzione.

Secondo l’indice Liv-ex, che monitora le bottiglie più richieste a livello globale, il valore delle etichette di punta è crollato di circa il 21% in sterline nei due anni fino a giugno. A complicare la situazione si è aggiunta una vendemmia 2024 poco entusiasmante, che ha raffreddato l’interesse per le nuove uscite.

Eppure, come racconta Miles Davis, consulente della londinese Vinum Fine Wines, qualcosa sta cambiando: «A giugno abbiamo registrato ordini consistenti. Dopo mesi difficili, i clienti hanno ricominciato a comprare».

Dal collezionismo al piacere immediato

Tradizionalmente i collezionisti acquistavano bottiglie giovani da custodire per anni, aspettando che maturassero sia nel gusto che nel prezzo. Oggi però la prospettiva è diversa: molti acquirenti, in particolare i più giovani, preferiscono vini già pronti da bere.

«Chi ha disponibilità economica oggi non compra solo per investimento, ma per l’esperienza», spiega Nick Pegna, responsabile globale di Sotheby’s Wine & Spirits. «Cercano vini maturi, da stappare subito».

La crisi dopo il boom pandemico

Fino al 2020 la situazione appariva rosea: annate calde e tecniche di vinificazione sempre più sofisticate avevano innalzato la qualità. Poi, con la pandemia, le vendite online e gli acquisti casalinghi di bottiglie di pregio avevano spinto i prezzi al rialzo. Ma il post-Covid ha portato il contraccolpo: inflazione, tassi di interesse più alti e crisi geopolitiche hanno raffreddato la domanda.

Gli indici Liv-ex parlano chiaro: negli ultimi due anni i Bordeaux più importanti hanno perso il 23% e i migliori Borgogna addirittura il 27%.

Stephen Browett di Farr Vintners, veterano del settore, non ha dubbi: «È il mercato più debole che ricordi da decenni. Nel 2008 ci fu la crisi bancaria, ma poi Hong Kong tolse i dazi e il mercato asiatico esplose. Oggi, invece, i compratori hanno il coltello dalla parte del manico».

Costi e incertezze

Un altro ostacolo è rappresentato dai costi di stoccaggio, che nel Regno Unito sono molto alti, a cui vanno aggiunte tasse e dazi. Per chi possiede collezioni ampie, il peso economico diventa notevole, soprattutto se il valore delle bottiglie diminuisce.

Justin Gibbs, co-fondatore di Liv-ex, sottolinea che stavolta il calo è generalizzato: «Non riguarda solo Bordeaux, ma anche Italia e California».

Occasioni per chi sa scegliere

Nonostante il quadro incerto, molti esperti intravedono opportunità, in particolare sui Bordeaux. James Miles, co-fondatore di Liv-ex, ritiene che i prossimi 12-18 mesi possano essere ideali per fare acquisti: «Il rischio di ulteriori ribassi è limitato e si trovano bottiglie con sconti fino al 50% rispetto ai picchi dell’ottobre 2022».

Il sistema dell’en primeur, che prevedeva l’acquisto di annate non ancora imbottigliate, oggi convince meno: i prezzi richiesti non giustificano più i tempi di attesa e i costi di conservazione. Per questo molti preferiscono puntare su annate già pronte.

Secondo la consulente Chloe Ashton, esistono ancora piccoli lotti di annate storiche, come il Mouton Rothschild 1982, rimasti nei magazzini di châteaux e négociants. «Ci sono anche annate meno celebrate all’uscita, ma che col tempo si sono rivelate straordinarie», spiega, citando Bordeaux 1983, 1995 e 2001.

Nuove tendenze tra USA e Asia

Negli Stati Uniti, Shaun Bishop di JJ Buckley nota che i clienti comprano meno, ma puntano a vini migliori. «La gente non vuole più incertezze su dazi e consegne: cercano bottiglie già disponibili».

In Asia, e in particolare a Hong Kong, l’interesse per il Bordeaux resta vivo, ma con un approccio più pratico: si preferiscono vini da bere subito. Inoltre, cresce la domanda di bianchi di Borgogna, soprattutto Premier e Grand Cru di Puligny-Montrachet e Chassagne-Montrachet, con produttori di culto come Coche-Dury e Colin-Morey.

Conclusione

Il mercato dei vini pregiati attraversa una fase difficile, ma non priva di opportunità. Bordeaux e Borgogna restano i riferimenti, anche se oggi a guidare le scelte non è più solo l’investimento, bensì il piacere immediato. Per i collezionisti attenti, i prossimi mesi potrebbero rivelarsi un momento d’oro per acquistare grandi vini a prezzi scontati.

Personalmente condivido gran arte di tutte queste riflessioni. In qualche modo seppur difficili ci aspettano 12-18 mesi interessanti.

 

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